img Altre isole

S.Giorgio in Alga

Questo nome, dato in onore del santo protettore S.Giorgio, fu dovuto alla grande quantità di alghe che crescevano intorno all'isola.  Nell'anno Mille furono costruiti la chiesa di S.Giorgio ed il monastero benedettino che diedero ricchezza e prestigio all'isola, che divenne la residenza di pii patrizi veneziani come il Cardinale Antonio Correr e Gabriele Condulmer.  Con la caduta della Serenissima l'isola fu trasformata in carcere politico e, distrutta la chiesa, il convento divenne una polveriera. Ora S.Giorgio in Alga presenta i resti del convento e quelli di alcune costruzioni militari, coperti in gran parte da vegetazione rigogliosa. [Google maps]

S.Angelo della Polvere

L'isola di S.Angelo della Polvere fu fondata nel 1060 dal Doge Domenico Contarini che le diede il nome di S. Angelo di Concordia.  Furono costruiti una chiesa con annesso un monastero per i Benedettini del Convento di S.Nicolò del Lido; vennero ospitate anche delle monache che dedicarono il loro convento a S.Michele Arcangelo.   Gli edifici furono restaurati intorno al 1500  dai frati Carmelitani; quando questi abbandonarono l'isola questa fu destinata alla fabbricazione della polvere da sparo per volere del Senato. Un terribile incendio causato da un fulmine provocò la distruzione quasi totale dell'isola; da allora fino alla seconda guerra mondiale fu utilizzata per scopi militari. L'isola si presenta ai visitatori come una zona ricca di vegetazione, ma richiede particolare attenzione a causa degli edifici in rovina, che sono pericolanti. [Google maps]

Santo Spirito

Santo SpiritoUn'altra isola dalla lunga storia è quella di S.Spirito. Nel 1140 fu utilizzata dai Canoni regolari di S.Agostino; essi però, dopo due secoli, furono cacciati per la loro condotta non del tutto religiosa... Ospitò allora i Cistercensi, che fuggirono da Chioggia in seguito allo scoppio della guerra trecentesca.  Nel 1430 gli Eremitani fecero ricostruire la chiesa su proposta del Sansovino, ornandola con opere di Tiziano e di Palma il Vecchio. Quando questo ordine di monaci fu estinto, i loro beni vennero utilizzati per finanziare la guerra di Candia, e molte opere furono trasferite nella chiesa della Salute.  S.Spirito fu destinata a ospitare i nunzi apostolici e gli ambasciatori che venivano in visita a Venezia, ed anche questa fu saccheggiata dalle truppe francesi nel periodo della dominazione napoleonica.  L'isola si trova ora in uno stato di deterioramento tale che rende quasi impossibile la visita. [Google maps]

Buel del Lovo (ex batteria)

Partendo da Mazzorbo si incontra l'isola del Buel del Lovo (budella del lupo).   Sorse quale fortino e tale fu l'impiego per tutta la durata della prima guerra mondiale; venne quindi ospitata un'industria per l'inscatolamento del pesce.  In seguito tutto venne abbandonato, e solo recentemente l'isola è stata acquistata da alcuni tedeschi che hanno effettuato dei lavori di restauro. [Google maps]

Carbonera (ex batteria)

Isola salvata in quanto acquistata da privati è quella della Carbonera, poco distante da Murano, che serviva per le installazioni della marina militare. [Google maps]

S.Secondo

secondo.jpg (421037 byte)L'isola di S.Secondo, vicinissima al ponte che collega Venezia alla terraferma, ha una forma semicircolare ed è ricoperta da alberi e rovi che avvolgono tutto.  Le notizie che possediamo oggi risalgono al 1030, quando vennero costruiti una chiesetta in onore del protettore S.Erasmo e un convento di monache benedettine.  Nel 1237 accolse il corpo di S.Secondo da Asti e da questo evento nacque una leggenda. Si dice che - con l'arrivo del corpo del santo nell'isola - improvvisamente si vide sgorgare dell'acqua dolce da un pozzo che non ne ebbe mai, e che quell'acqua possedeva qualità miracolose. L'isola passò poi ai frati domenicani che l'abitarono finché il demanio militare non se ne impossessò. Ecco come si presentava S.Secondo prima dell'avvento di Napoleone. L'isola era più estesa di quanto lo sia oggi per l'erosione che subì dopo l'abbandono; vista dal "ponte della libertà" fa pensare ad un atollo abbandonato anzichè ad uno dei più antichi insediamenti benedettini della laguna. [Google maps]

La Cura

Può essere raggiunta con una barca partendo da Burano e imboccando il canale della Dolce.   Quest'isola era unita ad altre vicine tramite ponti, e si pensa facesse parte di un'isola maggiore, forse Costanziaca.  Fondata da fuggiaschi altinati, si sviluppò rapidamente e gli abitanti costruirono numerose chiese e palazzi.  Queste zone furono però abbandonate sia per la progressiva migrazione verso le città vicino al mare, sia per l'impaludamento ad un ramo del fiume Sile, e relative malattie quali la malaria.   L'ultima utilizzazione dell'isola fu come area per l'allevamento del pesce, di cui sono ancor oggi visibili le valli di coltura.  In particolare va segnalata la presenza di una sorgente di acqua dolce che ha permesso in tempi passati di coltivare molti prodotti agricoli. [Google maps]

S.Cristina

Molto vicina all'isola della Cura si trova un'altra isola di cui oggi non rimane quasi niente, ed è l'isola di S. Cristina, probabilmente appartenuta a Costanziaca. Il nome le venne dato dopo che le spoglie della Santa, trafugate da Costantinopoli, vennero poste in una piccola chiesa dedicata a San Marco. In quest'isola esisteva anche un convento di monache benedettine istituito già dal VII secolo e occupato fino al 1340, quando le monache decisero di ritirarsi a Murano. La sua inesorabile distruzione, dovuta al progressivo abbandono, fu interrotta nel nostro secolo, quando un privato acquistò l'isola e la bonificò creando valli da pesca e campi coltivati. [Google maps]

Monte dell'Oro

Posta sulla Palude della Rosa, la piccola e misteriosa isola di Monte dell'Oro incute timore a tutti i pescatori locali.  Si narra che il fango che ricopre l'isola custodisca un carro pieno di tesori appartenuti ad Attila, che sprofondò assieme a coloro che lo trainavano mentre stavano inseguendo gli altinati in fuga.  Molti pescatori dicono che di notte si possono ancora vedere le anime degli Unni che vigilano sul tesoro, ritenuto maledetto perché chiunque ne trovò parti morì di morte violenta. Ovviamente nessuno può testimoniare ritrovamenti, in quanto deceduto...  Da documenti storici, si sa che anticamente l'isola fu sede del Seminario Vescovile di Torcello; dopo anni di completo abbandono (con la caduta della Serenissima), qui fu istituita una batteria per la difesa di Venezia. Ora non esiste più nulla e l'isola si presenta come una collinetta brulla. [Google maps]

S.Felice delle Saline

Un'altra tra le prime isole occupate dalle popolazioni della terraferma è l'isola di S.Felice delle Saline. il suo nome deriva dal canale che la costeggia (S.Felice), e dalla funzione dell'isola (produzione di sale), che ebbe un'importanza vitale per l'espandersi della potenza marinara della Repubblica.  Il sale venne estratto fino al 1913, poi l'isola divenne un centro agricolo con giardini e campi coltivati, lavorati ancora oggi dai pochi contadini rimasti. C'è da ricordare anche che la salina è nota per la sua fonte di gas naturale. [Google maps]

S.Erasmo

S.Erasmo è l'isola più grande della laguna e probabilmente fu occupata già in epoca romana; nel medioevo vi furono costruiti numerosi conventi e chiese. Furono anche erette anche alcune costruzioni militari grazie alla sua posizione strategica rispetto al porto di Lido, costruzioni quali la "Torre Massimiliano"'(1813), di forma circolare e che prese il nome dell'imperatore d'Austria dopo che egli vi si rifugiòdurante dei moti popolari. L'isola comunque era ed è tuttora un grosso centro agricolo, il principale fornitore del mercato veneziano; si presenta come un centro abitato che ha saputo mantenere le proprie tradizioni. [Google maps]

L'isola è raggiungibile da F.Nuove o Murano con la linea ACTV n.13

Le Vignole

Vicino a S.Erasmo si trova l'isola delle vignole che presenta nella parte meridionale un lembo di terra chiamato S.Andrea, famosa per le sue costruzioni militari progettate dal Sammicheli. Ancora oggi si possono ammirare le aperture da cui sporgevano le bocche dei pezzi di artiglieria, che danno l'idea della potenza di questa installazione per la difesa di Venezia.  A parte le installazioni militari ancora in essere, Il resto dell'isola è diventato un piccolo paese abitato da una ventina di famiglie, dedite principalmente all'agricoltura. Il nome stesso dell'isola conferma l'antica propensione degli abitanti alla coltivazione dell'uva,  in epoca romana era invece un centro di villeggiatura. [Google maps]

L'isola è raggiungibile da F.Nuove o Murano con la linea ACTV n.13