img Modi di dire

Certi modi di dire veneziani - correntemente in uso - sono forse un po' volgari essendo retaggio del "popolino" ma presentano una spontaneità ed una fantasia figurativa che li rende assai gustosi.  Eccone alcuni tra i più succosi... ancora presentabili.


Essere un "Cáo da brodo"

Essere definiti "Cao da brodo" non è proprio esaltante...
Ci si riferisce ad una corda (cáo) che veniva fatta scendere dalla poppa della nave e lasciata perennemente immersa nell'acqua.  Il riferimento al brodo? ... la parte sfilacciata immersa veniva utilizzata come carta igienica dall'equipaggio.


Aver "Una testa da marsión"

Ci si riferisce ad un minuscolo pesciolino di laguna (Marsio) che presenta come caratteristica un microscopico "sassolino" osseo lì dove si suppone il pesce abbia il cervello.


Essere un "Recia" (orecchio)

Ci si riferisce all'usanza di contrassegnare con un orecchino il "mozzo da culo", giovane con tendenze omosessuali imbarcato come mozzo al solo scopo di soddisfare le voglie dell'equipaggio...


Un qualsiasi oggetto è detto "da culo" quando...

...per la scarsa qualità non risponde alla funzione alla quale è preposto, nello stesso modo in cui il "mozzo da culo" tutto era fuorchè un vero mozzo...  Altri dicono significhi "di nessun valore", con riferimento alle "pezze da culo" (quel che veniva usato prima della carta igienica).


Essere "Una vécia in fresca"

Termine da linguaccia, riferito ad una signora in età avanzata che assume degli atteggiamenti giovanili eccessivi o quantomeno stridenti.  Si scherza sulla possibilità che si sia conservata "giovane" per mezzo della refrigerazione.


Essere "Una Maria de tóla"

È un termine dai molti significati - sempre negativo - per descrivere una donna "di legno".  Vedi la storia completa della festa delle Marie.


Essere "Tagià(da) co la manéra"

Letteralmente "tagliato(a) con l'accetta", in modo grossolano. Ci si riferisce praticamente a qualsiasi cosa sgraziata: dal corpo di una donna al prosciutto tagliato a fette spesse.


Aver le "Spále fatte a cóppo"

Essere refrattario alle preoccupazioni, che sembrano scivolareo via sulle spalle come se queste avessero la forma di un "cóppo" (tegola).


Aver i "Mustáci de féro"

Letterale: avere i baffi di ferro. Essere duri, molto energici.


Aver "Carne de testa"

Letterale: carne di testa.  Essere un tipo intelligente che fa le cose con "carne de testa" (cervello).


Esser uno "Zóttolo"

Zóttolo era il nomignolo dato ad un piccolo cefalopode pressocchè impossibile da pulire adegatamente per la consumazione, nome che può descrivere in una parola un aspetto sporco e trasandato.  Quando però si parla di "Zóttolo da pescaría" ci si riferisce ad una donna e la cosa diventa molto meno innocua, visto che la pescheria (mercato del pesce) era la zona più frequentata delle donne di malaffare.


Mangiare "a denti alti"

Mangiare controvoglia con evidente fatica.


Sgambettare

Togliere il fermo a quel morsetto a forma di "U" (gambetto) che unisce la catena dell'ancora all'argano di manovra. Era questa una operazione di emergenza che comportava la perdita dell'ancora e della relativa catena, ma necessaria per scongiurare il possibile affondamento della nave qualora questa venisse colta da una improvvisa tempesta ancora all'ancora. Sgambettare quindi significa andarsene in gran fretta...


Aver una "siéra da ruti"

Avere il tipico aspetto (siéra) di chi soffre di indigestione.  Per chi invece sembra essere colto da nausea ed in procinto di vomitare si usa un curioso "siéra da porseléti" (porcellini), con evidente riferimento al partorire della scrofa.


Far "maltempo"

Aizzare, provocare con l'intento di far scoppiare una rissa.  Ci si riferisce allo scoppio improvviso della lite come questa fosse un temporale (maltempo).