Una delle varie aggiunte fatte all'Arsenale fu una nuova area detta "Tana", termine probabilmente derivante da "Tanai", antico nome del fiume Don. Alla foce di questo fiume, sul mar d'Azof i veneziani avevano degli importanti empori commerciali dai quali facevano provenire la canapa per i cordami e la calafatura degli scafi. Proprio in quest'area infatti venivano prodotte industrialmente le corde (preziose nell'antichità) al più basso costo possibile, con il vantaggio di rimanere indipendenti da terzi in caso di guerra e con il vantaggio di mantenere i capitali in movimento acquistando la materia prima all'estero come "cliente di riguardo".
Tuttora esiste un edificio - le corderie - a tre navate, con 84 grosse colonne, avente una lunghezza di 316 metri. Le corde uscivano da questa fabbrica tramite dei fori (nella foto), e venivano tagliate alla misura richiesta anzichè essere confezionate in lunghezze standard ed immagazzinate.L'assenza di sfridi garantiva un buon risparmio alla Repubblica, e contemporaneamente consentiva di vendere alle navi straniere in transito le funi - si dice - ad un prezzo superiore rispetto a quello dei concorrenti, ma sempre conveniente per l'assenza di scarti... Questo è commercio!
Attualmente gli edifici ospitano una sede della Biennale di Venezia.